Un tempo, l’Italia è stata la capitale Europea del design.
La musica è un linguaggio universale, un mezzo potentissimo per trasmettere sensazioni e valori profondi. Un’abilità unica, da sempre. Ma proprio oggi, nel nostro mondo globalizzato e iperconnesso, questa abilità appare ancora più preziosa per veicolare sentimenti complessi e sempre più “fluidi” quali identità, appartenenza, fiducia nelle Istituzioni.
Grazie alla sua straordinaria capacità comunicativa, la musica riesce così ad “accorciare le distanze” tra cittadino e Istituzione, facilitando la comunicazione di valori e la creazione di un sentimento condiviso: a dirlo è Giovanni Allevi, talento musicale apprezzato in tutto il mondo, intervistato a margine della sua performance ad Expo in occasione del World Food Day.
Se la musica comunica valori, e anche le Istituzioni sono chiamate a farlo, in che modo l’arte musicale può aiutare queste stesse Istituzioni a comunicare con i cittadini, dando loro buoni valori?
Lo diceva anche Hegel, il filosofo che più di tutti ha focalizzato l’importanza del rapporto tra Istituzioni e cittadini: le Istituzioni devono farsi promotrici di un’eticità, e quindi di una serie di valori che trovano il coronamento nel sentire dei cittadini.
In questa dicotomia tra attori istituzionali e cittadinanza, si gioca anche il ruolo dell’arte: l’artista accoglie sentimenti collettivi per poi trasferirli all’esterno, diventando veicolo di valori che possano confluire in una mentalità nuova da parte delle Istituzioni.
È molto, molto importante che questo avvenga affinché non si crei uno scollamento tra Istituzioni e cittadini ma possa crearsi una comunione d’intenti, come ricorda lo stesso Hegel. In questo senso, Expo è un’occasione straordinaria perché le Istituzioni possano rendersi conto del sentimento di positività che lega la gente attraverso la musica e le forme d’arte, che sono sempre diverse.
Tra i grandi maestri del passato, chi secondo te ha fatto musica per unire i popoli, o per “creare Istituzioni”?
Non possiamo non pensare al nostro Giuseppe Verdi, la cui figura è emblematica: qualunque artista, in realtà, va a toccare il cuore della gente e si fa interprete di un sentimento collettivo, che vede nell’opera d’arte il suo massimo coronamento. Qualunque grande del passato ha trovato un canale privilegiato, un filo rosso che lo legava al cuore delle persone, facendo sì che la propria arte diventasse una sublimazione del comune sentire.