Un tempo, l’Italia è stata la capitale Europea del design.
L’Italia è il paese europeo con il maggior numero di prodotti DOP (Denominazione di Origine Protetta), IGP (Indicazione Geografica Protetta) e STG (Specialità Tradizionale Garantita): nel complesso, le denominazioni riconosciute sono ben 271 nel settore food e 523 in quello del vino. Un patrimonio unico, esposto però ad un crescente rischio di contraffazione, sia in negozio sia online, legato anche al fenomeno del’Italian Sounding.
Per riflettere insieme su come proteggere al meglio la ricchezza del Made in Italy in campo agroalimentare, lo scorso 15 giugno il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha convocato ad Expo gli “Stati Generali delle Indicazioni Geografiche”. Tra i temi discussi nel corso dell’evento (organizzato con il supporto dell’agenzia Pomilio Blumm), le azioni di tutela intavolate dal Mipaaf, l’evoluzione dei marchi delle denominazioni in Italia, le garanzie per i consumatori ed i possibili interventi per valorizzare i prodotti nazionali.
«Tutelare le Indicazioni Geografiche – ha dichiarato il ministro Maurizio Martina – significa trovare un modo nuovo per diventare competitivi oltre confine. L’Italia sta sviluppando un sistema di controlli unico al mondo per contrastare contraffazioni e frodi sia sugli scaffali che sul web».
«Bisogna alleviare il rischio dell’Italian sounding – ha sottolineato Paolo De Castro della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo – ovvero la proliferazione di alimenti prodotti in altri Paesi ma recanti indicazioni di origine italiana. Se all’interno dei confini europei il lavoro legislativo fatto finora ci tutela, l’unica strada da percorrere per ottenere garanzie al di fuori dell’UE è quella dei negoziati commerciali con i singoli Paesi».