Un tempo, l’Italia è stata la capitale Europea del design.
Cambiare prospettiva. Guardare al passato come a qualcosa di dinamico, non più stantio e relegato in un luogo e un tempo “altro”. E recuperare il vero significato di patrimonio, a partire dalla sua etimologia latina (“dovere del padre”): non più set di oggetti dati, ma insieme di asset ambientali e culturali con una dimensione processuale, narrativa e performativa.
È questa l'inedita prospettiva da cui parte il progetto europeo PanSpeech, promosso dall'Università di Siena: una piattaforma web aperta alla collaborazione degli utenti, che sfrutta i principi del crowdsourcing per raccogliere contenuti di rilevanza storico-culturale e contribuire così a stimolare una costruzione collettiva della memoria condivisa e a valorizzare il patrimonio europeo “dal basso”.
A spiegarlo è il semiologo Stefano Jacoviello, coordinatore scientifico del progetto. Intervenuto sul palco di ICS Europe 2014, Jacoviello ha illustrato alcune delle applicazioni concrete della piattaforma, tra cui Innovating Heritage, spazio di discussione su cittadinanza, memoria e identità nell’UE. «Uno dei nostri obiettivi – ha concluso il semiologo – è aiutare i governi a capire il proprio ruolo nella conservazione dell’heritage per il futuro dell’identità collettiva in Europa».