Un tempo, l’Italia è stata la capitale Europea del design.
Con la riforma della Politica Comune Agricola nel 2013, l’Unione Europea ha avviato un nuovo processo per lo sviluppo rurale. E grazie all’Esposizione Universale di Milano e al suo tema matrice, l'ampio dibattito sulle risorse alimentari è oggi di grande attualità e oggetto di una riflessione pubblica condivisa.
All’insegna dell’accessibilità e del ricambio generazionale, le linee guida dell’Unione Europea sono state definite per incoraggiare e agevolare l’imprenditoria agricola in una più ampia prospettiva di sostenibilità e sicurezza alimentare. Come ha ribadito Phil Hogan, Commissario Europeo per l'Agricoltura e lo Sviluppo Rurale, «la sostenibilità è una componente imprenscindibile della nostra Politica, per il raggiungimento di tre obiettivi a lungo termine: un modello praticabile di produzione alimentare, una gestione sostenibile delle risorse naturali a salvaguardia del clima, uno sviluppo territoriale equilibrato».
I giovani e il loro coinvolgimento in iniziative di imprenditoria agricola sono un altro obiettivo prioritario. «Nel 2010 solo il 7,5 % degli agricoltori europei aveva meno di 35 anni, mentre più della metà ne aveva più di 55. Supportare i giovani, desiderosi di avviare un’attività nel campo dell’agricoltura, è una priorità chiave per garantire competitività a lungo termine in questo settore». In primo luogo, rimuovendo i molteplici ostacoli che i giovani incontrano sul loro cammino: dalle difficoltà di accesso al credito all’impiego di tecnologie all’avanguardia e agli elevati costi legati all’acquisizione dei terreni e delle attrezzature. L’Unione Europea si è impegnata in modo concreto nella risoluzione di queste criticità e ha idee chiare sull’evoluzione futura: «Il nostro obiettivo è dare a più dei 150.000 dei nostri giovani agricoltori una spinta propulsiva entro il 2020».