Un tempo, l’Italia è stata la capitale Europea del design.
Diceva Albert Einstein, parlando di futuro: la logica è quella scienza che riesce a portarci dal punto A al punto B, l’immaginazione invece può portarci dappertutto. Perché solo l’immaginazione ha il potere di produrre quel “salto” di paradigma senza il quale non può esserci disegno, né intenzione di futuro.
E se il futuro è capacità di avere una prospettiva, nel senso quasi letterale del termine, allora l’immaginazione e la creatività sono a tutti gli effetti condizioni di felicità, individuale e collettiva. A questo è stato dedicato l’ultimo Oscar Pomilio Blumm Forum, che ha portato all’attenzione i tanti sensi di questa parola spesso abusata, per restituirle il suo potenziale rivoluzionario, a partire dalla novità assoluta di un ministro “venuto dal nord” e totalmente dedicato al futuro.
Perché felicità è capacità di accoglienza, incontro tra chi fugge dal dolore e chi è disposto ad alleviarlo, come avviene da mesi sulle coste di Lesbo, e di altre isole del Mediterraneo. E felicità è anche bellezza e arte “sociale”, come quella di un lampione che si accende ad ogni nuova vita, o il sollievo di guarire e aiutare a guarire, come si fa da anni in comunità coraggiose come quella San Patrignano.
E c’è una felicità, infine, nel puro atto di progettare, produrre oggetti che restano oltre loro stessi. Perché una cosa può anche scomparire, ma l’idea di futuro che l’ha fatta nascere resta e lascia una traccia. Sta a noi ricordarci come leggerla e continuarne il percorso.