Un tempo, l’Italia è stata la capitale Europea del design.
Significato, senso e ricerca di valori sono le tre parole chiave di tutti gli interventi dell'edizione 2011 di ICS dal significativo titolo di “Rivoluzioni”, organizzato da Pomilio Blumm in collaborazione con Assafrica & Mediterraneo-Confindustria e il Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale dell’Università la Sapienza di Roma. Un evento davvero “rivoluzionario”, che lo scorso 20 ottobre presso la sede di Confindustria a Roma, ha riunito comunicatori, istituzioni e imprese, proprio nel giorno in cui una delle rivoluzioni arabe più determinati per il futuro assetto del Mediterraneo – quella della Libia – ha conosciuto una svolta determinante. «Stiamo perdendo fiducia e la stiamo perdendo velocemente. Non è solo una crisi di fiducia tra istituzioni e cittadini ma anche di autofiducia. Sono saltati i pilastri della sicurezza individuale e non abbiamo la strumentazione per dividere le informazioni utili da quelle da cestinare» è uno dei messaggi chiave di Zygmunt Bauman durante la sua lectio magistralis, cuore dell’incontro. Dopo il significativo intervento di apertura di Pier Luigi D’Agata, Direttore Generale Assafrica & Mediterraneo, con una dirimente valutazione del ruolo del sistema imprenditoriale nel momento attuale (per un approfondimento vedi qui), la giornata ha visto il susseguirsi di riflessioni e testimonianze di grande interesse e ampi ambiti di pertinenza, tra cui la presentazione in anteprima di una ricerca dell’Osservatorio di Pavia sulla copertura informativa delle rivoluzioni nordafricane (maggiori dettagli qui). «L’incertezza è il nuovo habitat in cui le imprese devono imparare a muoversi per creare valore» ha sottolineato Stefano Zapponini, Vice presidente di Piccola Industria di Confindustria. Di grande rilievo le sollecitazioni che vengono dalla sponda sud del Mediterraneo, ha aggiunto il Principe Idris Al Senussi, Chairman della Senussiya Foundation: «Nella costruzione di un nuovo rapporto con la Libia, l’Italia deve valorizzare le qualità della piccola e media impresa, per creare il flusso necessario di presenza imprenditoriale capace di fecondare industrialmente Libia e Africa». «Wikileaks ha rivelato la corruzione e il nepotismo interni ad un regime ormai sclerotizzato – ha sottolineato inoltre l’ambasciatore di Tunisia in Italia, Naceur Mestiri. – La chiave della rivoluzione tunisina è la libertà: basti pensare che sette blogger indipendenti sono candidati alle elezioni. È il segno della rivoluzione dei tempi». «Nulla è più convincente di una comunicazione cui si partecipa, nulla è più efficace di quello che coinvolge e fa interagire – ha messo in risalto Franco Pomilio, ICS chairman e Presidente di Pomilio Blumm. – La rivoluzione della comunicazione sarà nel segno dell’engagement».