Un tempo, l’Italia è stata la capitale Europea del design.
Qualcosa che si fa (da sempre), ma non si dice. E che sembra sfuggire a ogni tentativo di sistemazione normativa, come testimoniano i 50 progetti di legge caduti nel vuoto negli ultimi sessant'anni. Mentre nel resto d'Europa il fenomeno è sempre più riconosciuto e regolamentato, in Italia le attività di lobbying sono ancora viziate da un diffuso pregiudizio, che vede nella difesa dei propri interessi rispetto ai processi di decisione pubblica qualcosa di ufficioso, nel migliore dei casi, o di sospetto, nei peggiori.
Proprio per uscire da questo pregiudizio e rendere più urgente l'adozione di una normativa nazionale sul tema è nato il progetto di Transparency International “Lifting the lid on lobbying”, finanziato dalla Commissione Europea. all'interno del quale il capitolo italiano dell'associazione ha condotto un’analisi del fenomeno, che verrà presentata il prossimo 4 novembre a Roma. Obiettivo: liberare il lobbying dalle connotazioni negative per restituirgli l'accezione neutra che gli viene data nella visione pluralista anglosassone, che considera “competizione” tra i gruppi di pressione, costretti a trovare un punto di equilibrio, un valido strumento di conseguimento dell'interesse generale.
Stando alle rilevazioni di Transparency, invece, nel nostro Paese, nonostante l'aumento del fenomeno, anche i tentativi di autoregolamentazione sono risultati spesso inutili, così la percezione del fenomeno resta negativa, con il 70% degli italiani persuaso che il governo sia per lo più rappresentato da pochi privilegiati che agiscono nel proprio interesse (dato raccolto nel 2013 dal Barometro Globale della Corruzione)
Colpa della mancanza di “trasparenza” nei processi decisionali, ma anche della cultura mediatica, che ne ha sempre esaltato gli aspetti deteriori, spesso accostandolo al tema della corruzione. Come uscirne, adeguando finalmente l'Italia agli standard Europei in materia? Le raccomandazioni di TI Italia sono chiare: oltre all'adozione di una regolamentazione legislativa specifica, servono un sistema di linee guida per tutta la categoria e una maggiore protezione del giornalismo investigativo perché possa acquisire dettagli utili a comprendere questo fenomeno in modo obiettivo.