Un tempo, l’Italia è stata la capitale Europea del design.
Giunto alla ventunesima edizione, l’Indice di Percezione della Corruzione (CPI) 2015 vede l’Italia collocarsi al 61° posto con 44 punti, scalando il ranking mondiale di 8 posizioni rispetto al 2014 (69). Tuttavia, nonostante il leggero miglioramento a livello globale, il nostro Paese rimane penultimo tra i 28 Stati membri dell’Unione Europea, seguito solo dalla Bulgaria (69) e sorpassato da Romania e Grecia (58).
All’interno dello scenario mondiale spicca particolarmente il crollo del Brasile che, fortemente penalizzato dallo scandalo Petrobras, ha perso 5 punti scendendo dalla 69° alla 76° posizione. In fondo alla classifica la situazione rimane pressoché invariata, con la Somalia e la Corea del Nord che si confermano come i due Paesi più corrotti (8), mentre tra i campioni di trasparenza restano anche quest’anno la Danimarca (91), la Finlandia (90) e la Svezia (89).
Virginio Carnevali, presidente di Transparency Italia, nota però dei segnali di cambiamento per il nostro Paese e commenta così i risultati del CPI 2015: “Constatiamo con piacere che finalmente si è avuta un’inversione di tendenza, seppur minima, rispetto al passato, che ci fa sperare in un ulteriore miglioramento per i prossimi anni”.