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Televisioni mediterranee, la primavera continua

“Da televisioni di Stato a televisioni pubbliche” a Tunisi il gruppo arabo di monitoraggio dei media con funzione di monitoraggio e promozione dei media per contribuire ad un’informazione al servizio dei cittadini.

Lavora a Tunisi il Gruppo arabo di monitoraggio dei media, presieduto dalla giornalista tunisina Sihem Ben Sedrine e costituito da esperti dei media arabi e da sostenitori della libertà di stampa provenienti da Egitto, Tunisia, Siria, Bahrein, Giordania e Palestina. Il Gruppo, attivo dal 6 marzo 2011, si propone di promuovere i media arabi nel rispetto della deontologia professionale e di migliorare le relazioni tra i media e le autorità pubbliche. Altamente simbolica la scelta di Tunisi per la riunione costitutiva del Gruppo, che esprime anche il forte sostegno alla rivoluzione tunisina. «Il Mediterraneo audiovisivo è in fermento e si annunciano tempi nuovi. Le rivoluzioni hanno il loro ritmo e bisognerà dare tempo al tempo. Eppure l’urgenza è proprio quella di trasformare le televisioni di Stato in televisioni di servizio pubblico. Un buon numero di Paesi mediterranei, principalmente sulla sponda nord, ha vissuto in passato questi periodi di trasformazione e di sconvolgimenti per costruire, non sempre con un successo completo, televisioni indipendenti dai centri del potere» ha recentemente affermato Francois Jacquel, direttore generale del Centre Méditerranéen de la Communication Audiovisuelle www.cmca-med.org). I primi risultati del monitoraggio confermano in effetti questo processo in atto all'interno dei Paesi oggetto della ricerca. È recente, ad esempio, l'annuncio della decisione del governo di intraprendere una riforma dei media in Algeria, «che - come si legge nel comunicato - prevede una modernizzazione dei canali radiotelevisivi nazionali, un nuovo Codice dell’informazione che dovrebbe assicurare maggiore libertà di espressione, la ristrutturazione della televisione pubblica (EPTV - Entreprise Publique de Télévision) e una nuova legge sulla pubblicità per ridurre il monopolio statale sull’offerta pubblicitaria». L'Egitto invece annuncia uno stanziamento governativo di 47milioni di lire egiziane (circa 5,8 milioni di euro) per compensare le perdite subite dalla stampa nazionale in gennaio 2011, destinato in particolare a tre quotidiani nazionali per la copertura finanziaria degli stipendi dei giornalisti. Altri segnali interessanti vengono dalla Tunisia, dove Reporter Senza Frontiere, organizzazione internazionale per la difesa della libertà di stampa, ha assegnato il Premio delle Libertà di Stampa 2011 al blog tunisino indipendente Nawaat.org, e dalla Libia, dove l'opposizione, in cooperazione con Consiglio Nazionale di Transizione, ha lanciato da Doha (Quatar) la rete televisiva Libya TV, le cui trasmissioni sono incentrate sul conflitto nel Paese e su notizie del mondo arabo e internazionale. L’organizzazione mira a creare un sistema arabo di informazione professionale e indipendente per consolidare le democrazie e promuovere la libertà d’informazione. Il gruppo fa parte dell’IMS (International Media Support), che contribuisce alla pace, alla stabilità e allo sviluppo dei Paesi in conflitto. 

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