Un tempo, l’Italia è stata la capitale Europea del design.
I Paesi costieri del Mediterraneo, culla di culture e dimensioni socio-economiche diverse tra loro, hanno sviluppato una problematica che oggi li accomuna tutti: la disoccupazione. Su questa costatazione hanno posto l’attenzione il partecipanti alla riunione della Commissione Economica dell’Assemblea Parlamentare dell’Unione del Mediterraneo, svoltasi a Roma presso la Camera dei Deputati il 25 gennaio 2013.
Come aveva sottolineato in un altro incontro Lino Cardarelli, vice-segretario generale dell’Unione per il Mediterraneo: «il Mediterraneo non è solo un mercato. Vi si affacciano 25 Paesi di 3 continenti e 800 porti che trasferiscono le merci: il 40% delle merci mondiali passa attraverso il Mediterraneo».
E in tale contesto il nostro Paese riveste un ruolo rilevante. Infatti, «l’Italia nonostante la crisi è il secondo Paese manifatturiero d'Europa e con un debito privato tra i più bassi al mondo» ha sostenuto Luigi D’Agata, direttore generale di Confindustria Assafrica & Mediterraneo, aggiungendo che «il sistema industriale italiano è conosciuto e riconosciuto per le nostre PMI. Imprese prevalentemente familiari, come nei Paesi sud mediterranei».
Da qui l’opportunità emersa nella Riunione di lavorare insieme con l’obiettivo di creare business e sviluppo puntando sul rafforzamento del settore privato: se la ricchezza resta nell'area genererà crescita e occupazione.