Un tempo, l’Italia è stata la capitale Europea del design.
È arrivato il 17 giugno 2013 dal G8 di Lough Erne, in Irlanda del Nord, l’annuncio ufficiale del lancio dei negoziati sull’accordo di libero scambio tra UE e USA: i negoziati partiranno a luglio a Washington.
L’accordo, tra due aree che da sole costituiscono circa il 50% del PIL mondiale e quasi 1/3 dei flussi commerciali globali, porterà alla creazione della più grande zona di libero scambio al mondo. E, come rappresentato nell’infografica preparata dalla Presidenza inglese del G8 in occasione del vertice di Lough Erne (visualizzabile cliccando qui), si stimano importanti incrementi dei flussi commerciali non solo tra UE e USA, ma anche con il resto del mondo.
Un accordo “fondamentale” secondo le parole di Barak Obama, che tuttavia afferma: «Non è la soluzione miracolosa, deve fare parte di una strategia complessiva per la crescita economica da parte delle due sponde dell’Atlantico».
In questa strategia complessiva l’Europa guarda anche alla sponda sud-mediterranea. Infatti, prosegue il percorso per l’istituzione di una zona di libero scambio nel Mediterraneo, prevista dagli accordi di associazione già firmati dall’UE con numerosi Paesi sud-mediterranei (Algeria, Egitto, Giordania, Israele, Marocco e Tunisia), nell’ambito del Partenariato euromediterraneo avviato nel 1995 con la Conferenza di Barcellona.
Infatti, se fino a pochi mesi fa la Free Trade Area mediterranea funzionava solo con la Tunisia, il 1° marzo 2013 il Presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, si è recato in visita a Rabat per lanciare ufficialmente i negoziati di un accordo di libero scambio UE - Marocco, che rafforzi e completi l’Accordo di Associazione già esistente.
Zona di libero scambio tra UE e USA e zona di libero scambio nel Mediterraneo: quali nuovi scenari si delineeranno dall’insieme di questi Accordi?