Un tempo, l’Italia è stata la capitale Europea del design.
«La figura del rinoceronte ha sempre affascinato l’artista, non solo in pittura. Penso a Ionesco, che gli ha intitolato una pièce teatrale, ma anche al celebre disegno di Dürer, dove il rinoceronte pare una sorta di macchina metallica, la corazzata di un guerriero». Così Mimmo Paladino racconta l’opera che ha dedicato all’agenzia Pomilio Blumm, promotrice di Blumm Prize, e al suo simbolo: “materia allo stato puro”.
Perché dipingere un rinoceronte? Cosa la affascina di questo soggetto?
La storia dell’arte è piena di riferimenti alla forma del rinoceronte. Volendo cercarli, si potrebbe andare lontano. Nel mio caso, però, l’idea era di rendere sulla tela la qualità epidermica dell’animale, la sua essenza materica. Di qui la scelta di usare molto materiale terroso. Il rinoceronte, infatti, è materia allo stato puro, figura scultorea per eccellenza.
Il rinoceronte è anche un simbolo potente, in grado di evocare concetti e immagini assai diverse.
Personalmente non amo troppo i simboli. Non c’è dubbio, però, che il rinoceronte rappresenta una forma vivente arcaica, lontana, primitiva, alla quale forse non siamo neppure più abituati a pensare. Qualcosa quindi di contemporaneo, ma al tempo stesso legato a un passato remotissimo.
Blumm Prize nasce dalla convinzione che l’artista, più di ogni altro, sia in grado di “indicare la strada” e capire prima e meglio dove stanno andando le sensibilità etiche ed estetiche di una comunità.
Che sia per metodo o per capacità innata, l’artista ha sempre avuto come delle “antenne” per intuire le mutazioni sociali e culturali del momento. Per quanto mi riguarda, credo che in questo periodo storico quello che occorre è una forma di riflessione e di lentezza. Mi è sempre piaciuta la frase finale de “La voce della Luna” di Federico Fellini: “Se tutti facessero un po’ più di silenzio...”. Mi pare profetica: sarebbe bene se oggi tutti facessero un po’ più di silenzio. Proprio come il rinoceronte, che in fondo è un animale silenzioso: impetuoso quando cavalca, ma anche capace di restare immobile, in attesa, quasi in riflessione.