Un tempo, l’Italia è stata la capitale Europea del design.
«Tutte le creazioni umane possono e devono essere raccontare come storie. Non storie di statistiche e dati, ma storie di persone: chi siamo, cosa facciamo l’uno all’altro. E i governi, allo stesso modo, dovrebbero occuparsi della gente. Solo quando avremo storie in grado di unire vertici politici e cittadini comuni, allora ci sarà una relazione matura, onesta e fruttuosa tra i due». Così Michael Dobbs, autore della serie di culto House of Cards, riflette sull’importanza dello storytelling, assegnandogli un ruolo chiave per il presente e il futuro della società in cui viviamo.
Sul palco dell’ICS Europe 2014, di cui è stato uno dei main speaker insieme a Spike Lee, Michael Dobbs ha infatti sottolineato la necessità di un rapporto più diretto tra Istituzioni e cittadini, e ha indicato lo storytelling come facilitatore privilegiato di questo avvicinamento: «L’Europa e la sua cultura – ha dichiarato Dobbs – sono la storia migliore che sia mai stata raccontata. Il nostro compito è continuare a raccontarla». E Dobbs stesso, durante il suo intervento, si è reso protagonista del racconto di un singolare aneddoto rivolto al premier italiano Matteo Renzi, ripreso da varie testate giornalistiche tra cui Il Corriere, l'Huffington Post e Sky.
Nell’intervista a margine del summit, Michael Dobbs ricorda anche che le storie, quando mettono in luce il lato umano e ordinario dei propri protagonisti, diventano universali: «Perché House of Cards è una hit in Cina? Non perché le persone sono interessate ai dettagli del Congresso Americano, ma perché si identificano nei personaggi: leader del mondo mostrati come esseri umani».
Interpellato su un possibile confronto con Shakespeare, Dobbs ha infine commentato, con perfetto british understatement: «Se ho raggiunto anche solo un decimo della capacità di Shakespeare di mettere le persone in contatto con idee, culture e momenti storici così diversi dai propri, allora ho raggiunto un grande traguardo».