Un tempo, l’Italia è stata la capitale Europea del design.
«La fotografia è il primo linguaggio globale che tutti comprendono». E se a dirlo è il fotoreporter che ha immortalato le comunità tribali dei cinque continenti, allora c’è da crederci: Jimmy Nelson, dal palco dell’Oscar Pomilio Forum (vedi video), ha testimoniato il potere universale del linguaggio visivo raccontando di come la fotografia abbia saputo raggiungere luoghi lontanissimi e dialogare con culture diversissime tra loro.
L’autore del reportage Before they pass away, dedicato ai popoli in via d’estinzione, ha illustrato i retroscena di ogni scatto non risparmiando aneddoti avvincenti ed episodi ricchi di umanità: «Ero con i Tsaatan, nella Mongolia del Nord. Dopo tre settimane senza parlare né scattare foto, una sera ci trovammo in 40 dentro una tenda, e per riscaldarci bevemmo una sorta di vodka. Nel cuore della notte, mi feci la pipì addosso e qualche minuto dopo 40 renne devastarono la tenda e iniziarono ad inseguirmi per leccarmi. A quel punto, il capo tribù scoppiò a ridere: da quel momento, grazie a quel disastro, e a quello che io chiamo il “capovolgimento dell’autorità”, finalmente trovammo un modo per comunicare. E riuscii a spiegargli che volevo celebrarli attraverso la fotografia».
La fotografia, per Nelson, è quindi una missione, un atto di coraggio, una conquista: è il culmine di un lungo e lento processo di avvicinamento, che supera le diffidenze iniziali e diventa strumento di comunicazione, di celebrazione, di documentazione e persino di “salvataggio”: «Quello che sto cercando di fare, in modo semplice e contemporaneo, è viaggiare attraverso il pianeta e mostrare, urlare, condividere, far capire che ci sono ancora oggi culture fantastiche, culture ricche, potenti, molto importanti per il mondo moderno. Dobbiamo trovare un nuovo equilibrio nella nostra comunicazione e capire chi sono loro, chi siamo noi, cosa possiamo imparare gli uni dagli altri».