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Unione per il Mediterraneo: parlare al cittadino

Oltre i report ad uso interno, oltre i documenti per “addetti ai lavori”. Per comunicare i propri risultati, le Istituzioni devono parlare prima di tutto ai cittadini e con i cittadini, adottando il loro punto di vista: a dirlo è Fathallah Sijilmassi, segretario generale UpM

«Occorre porre l’accento sull’impatto concreto delle azioni istituzionali: bisogna adottare la prospettiva del cittadino». Fathallah Sijilmassi, segretario generale dell’Unione per il Mediterraneo, non ha dubbi sulla reale sfida per le Istituzioni contemporanee: rendere tangibile il proprio operato, far “toccare con mano” i risultati raggiunti.

E proprio sul raggiungimento di importanti risultati – in termini di cooperazione, integrazione e sviluppo – è impegnata l’UpM, organizzazione transnazionale nata nel 2008 per favorire il riavvicinamento delle due sponde del Mediterraneo. «Ci sono molte istituzioni che operano nei paesi dell’area euromediterranea – sottolinea Sijilmassi – ed ognuna è impegnata in differenti attività: per comunicare i traguardi raggiunti, credo sia opportuno mettersi nei panni del cittadino, ed è in questa direzione che occorre impegnarsi, tutti insieme».

Intervistato in occasione della conferenza NextMed, organizzata dalla Regione Sardegna (capofila del programma di cooperazione transfrontaliera ENPI CBC MED), Sijilmassi ha inoltre condiviso il “sogno” di un futuro in cui questo tipo di incontri possa svolgersi “a ruoli invertiti”: «Immaginate i decision maker seduti in platea e i cittadini, i giovani, protagonisti del dibattito». 

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