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CSM: la comunicazione globale e le nuove sfide del diritto

Assecondare l’ampiezza e la veemenza dei fenomeni della globalizzazione o sostenere l’opposta esigenza di governarli? All’OPF 2015, Giovanni Legnini, vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, si interroga sul presente, il passato e il futuro del diritto

Dimensione virtuale e globale rappresentano delle vere e proprie sfide per il futuro degli ordinamenti giuridici, condizionando sempre più i rapporti tra gli Stati e le relazioni tra gli individui. Rivoluzione digitale e flussi migratori, ad esempio, sono tra i fenomeni più incisivi nel cambiamento della vita delle persone ed esercitano grandi pressioni anche sui sistemi giuridici, che stentano a individuare un nuovo ordine di regole e diritti.

Integrazione sociale, tutela delle identità, diritti civili e regolamentazione della rete nel bilanciamento tra sicurezza e diritti di libera circolazione e informazione sono le questioni etiche su cui si è soffermato Giovanni Legnini, vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, durante l’Oscar Pomilio Forum 2015, ricordando come questi siano tutti temi che «stanno scuotendo dalle fondamenta acquisizioni culturali, religiose e giuridiche millenarie».

Sia il decreto legge anti-terrorismo, recentemente varato in Italia, sia la pronuncia sul diritto all’oblio da parte della Corte di Giustizia Europea dimostrano che siamo alla ricerca di nuovi paradigmi: «La globalizzazione produce iniquità, ingiustizia, discriminazioni – ha sottolineato Legnini, spiegando che  – il recupero di una dimensione etica è un imperativo nell’economia e nel diritto, perché altrimenti non si avrà crescita sostenibile, né equa per tutti i cittadini del pianeta».

«Il diritto – ha continuato – deve rendere intelligente la globalizzazione» e questo sarà possibile attraverso un nuovo principio di legalità capace di garantire la certezza del diritto per le generazioni presenti e future, seguendo «un’osmosi graduale e progressiva tra novità e tradizioni negli ordinamenti insieme a una regolamentazione transnazionale, purché tuteli le tradizioni giuridiche regionali». 

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