Un tempo, l’Italia è stata la capitale Europea del design.
Siamo in un’epoca di leggerezza, dice il filosofo “ipermoderno” Gilles Lipovetsky nell’intervista rilasciata a Blumm ICS Mag, che qui anticipiamo. Un’epoca in cui capitalismo e arte sono complici e non più nemici, sempre più vicini. E dove è ormai l’esperienza – soprattutto estetica – a creare valore, ancor più di quanto non faccia il prodotto con le sue caratteristiche d’uso.
È così che l’esperienza diventa una leva importante per trasmettere anche altri valori, oltre quello economico. Valori immateriali e astratti, come quelli che da sempre le istituzioni sono chiamate a difendere, diffondere, talora costruire ex novo.
Ma quanto è “leggero” un valore come l’identità europea, ad esempio? Quanto il suo essere continuamente e facilmente diffuso, condiviso, celebrato, contestato, tradotto in mille forme grazie alla impalpabile flessibilità dell’ecosistema digitale lo rende leggero anche oltre i confini di uno schermo touchscreen?
L’esperienza paradossale della Brexit ci ha mostrato invece quanto “pesanti” eppure delicati, prima di tutto sul piano comunicativo, siano ancora questi grandi valori condivisi. E quanto ingerenti e sostanziali siano le conseguenze di una loro errata, inconsapevole o semplicemente “leggera” presa in carico individuale.
“Regrexit” è stata ribattezzata dal web, tra ironia e amarezza, la curiosa giravolta compiuta, dalla sera alla mattina, da molti di coloro che il giorno prima difendevano a spada tratta il sacro principio del “Britain First”, per poi trovarsi increduli di fronte alla realtà che loro stessi avevano determinato.
E stupisce non poco che proprio le generazioni meno “digitali” siano cadute in questa trappola, mentre era fin troppo prevedibile che le più giovani avrebbero ignorato l’appello, residuo di un mondo antico, fatto di inutili lentezze rappresentative, lasciando i loro compagni più engaged disperati di fronte a questa generale allucinazione collettiva. Che perlomeno un merito l’ha avuto: quello di ricordarci che "leggero" non significa insignificante, e che i valori più fragili possono essere anche incredibilmente e irreversibilmente pesanti.