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Il giusto ritmo: Bauman, l’Italia e il “pensiero lento”

Sostenibilità, rispetto, equilibrio sono i grandi temi affrontati da Expo attraverso il tema universale del cibo e la sua infinita varietà culturale. È ora però che anche i modelli di pensiero tornino a essere “sostenibili”, ritrovando una nuova lentezza. Anche nella comunicazione

“Pensiamo a quante grandi e importanti innovazioni dobbiamo al popolo italiano, a partire da Leonardo da Vinci in poi, nelle arti, nella musica, nella filosofia. L’ultima meravigliosa invenzione degli italiani è lo slow food. Ora, io mi aspetto che gli italiani inventino anche lo slow thought, il pensiero lento”.

Era il 2010 e Zygmunt Bauman, con l’acutezza di sempre, condivideva con il pubblico dell’International Communication Summit questa riflessione, che oggi con la centralità che l’evento Expo sta dando al tema alimentare e più in generale a nuovi e più sostenibili modelli di sviluppo, torna inaspettatamente attuale.

Se è vero infatti che grandi protagoniste di Expo sono le centinaia di culture del mondo, con i loro diversi stili di nutrimento, produzione e consumo, è altrettanto vero che l’Italia, in questo grande spettacolo, riveste un ruolo particolare. Come paese ospitante, certo, ma anche come luogo che da sempre in tema di nutrimento ha fatto della misura e del rispetto un valore primario e assolutamente distintivo.

Ha ragione quindi Bauman: non poteva che nascere qui l’idea di un “nutrimento lento”. Ma ha ragione anche a richiamare gli italiani e l’Europa in generale al compito di ritrovare in questa lentezza una via di fuga anche del pensiero, un modo per riprendere fiato di fronte all’accelerazione dell’era digitale e ritrovare il giusto ritmo. Anche e soprattutto nel vortice della comunicazione, chiamata anch’essa a una nuova forma di “sostenibilità”.

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