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Sicurezza e media: l’Italia vista dai tg e dai cittadini

Ad ottobre, all’interno dell’iniziativa “La città dentro la città”, sarà presentato l’aggiornamento dei risultati della ricerca dell’Osservatorio Europeo sulla Sicurezza sulla rappresentazione della criminalità nei telegiornali italiani ed europei.

L’Osservatorio Europeo della Sicurezza, realizzato da Demos e Osservatorio di Pavia per Fondazione Unipolis, interverrà all’evento "La città dentro la città", una due giorni di sensibilizzazione sul carcere attraverso il tema dell'informazione, che si svolgerà a Venezia Mestre, Quartiere Piave il prossimo 28-29 ottobre 2011. Per l’occasione saranno presentati i dati aggiornati relativi alla ricerca sulla rappresentazione della criminalità nei TG italiani ed europei (Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna). Un monitoraggio periodico sulle diverse facce dell’insicurezza, che mette a confronto le priorità dei cittadini, “la percezione sociale”, con l’immagine che di questi problemi viene trasmessa dai media (nello specifico i tg), “la rappresentazione mediatica”. Sono due “Italie” tra loro lontane, quelle che emergono dall'ultimo aggiornamento dall'Osservatorio Europeo sulla Sicurezza, che per i primi mesi del 2011 rileva e mette a confronto due diverse agende: quella dei cittadini e quella dei telegiornali. Un dato su tutti: nella prima parte del 2011, mentre scoppiavano le rivolte arabe, esplodeva la guerra in Libia e in Giappone il terremoto e lo tsunami colpivano una centrale nucleare, il TG1 dedicava il 41% di tutte le notizie cosiddette “ansiogene” (che cioè hanno in qualche modo a che fare con la sicurezza) alla criminalità comune, contro una media del 28% in Europa (ma solo il 5% della tedesca ARD). Un dato che sottolinea come in Italia i fatti criminali costituiscano il tipo di insicurezza maggiormente rappresentato. In tutti i telegiornali europei, ampio spazio viene assegnato alle crisi internazionali: la percentuale di insicurezza legata a nuove guerre nel mondo è preminente in Germania (48,0%) e Francia (38,8%), mentre è al secondo posto in Gran Bretagna (25,5%), Spagna (29,9%) e Italia (32,2%). Al terzo posto, nella media dei cinque paesi, si collocano le notizie legate alla crisi economica (pari al 13,4%), che però in Italia si fermano al 2,5% (un dato peraltro dimezzatosi rispetto all’anno precedente). Anche se, complessivamente, nei telegiornali europei la questione dell’immigrazione non è tematizzata in modo ansiogeno (3,2%), il Tg di Rai 1 propone ben 122 notizie “allarmistiche”(13,9%). Ciò che colpisce da questi dati è soprattutto la distanza con “l’agenda” dei cittadini italiani nella realtà di tutti i giorni: disoccupazione e qualità dei servizi, da un lato; politica e criminalità, dall'altro. Sembra insomma che percezione e rappresentazione mediatica, in Italia, continuino a raccontare due diverse “realtà”. La prima vede le preoccupazioni dei cittadini quasi saturate dai temi economici, decisamente più attigua alla “realtà” descritta delle statistiche ufficiali. La scaletta dei TG, invece , sembra raccontare “un altro Paese”, dove economia e lavoro non fanno notizia e dove l'insicurezza si lega ancora alla criminalità. Altra anomalia rispetto al panorama europeo è la scarsa attenzione per gli eventi internazionali e le conseguenze della crisi, a favore di un ampio spazio dedicato alla politica di casa nostra e alla narrazione dei fatti criminali. 

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