Un tempo, l’Italia è stata la capitale Europea del design.
«Patrimonio, heritage, storytelling: per la semiotica sono parole chiave. Lo stesso Umberto Eco, il padre italiano di questa disciplina, l’ha definita lo studio delle forme, dei discorsi e delle pratiche di trasmissione e conservazione attraverso cui si costruiscono i valori di una cultura».
Così Anna Maria Lorusso, vicepresidente dell’Associazione Italiana di Studi Semiotici, ha introdotto la ricerca realizzata per Pomilio Blumm dai semiologi Gabriele Marino e Bianca Terracciano. Attraverso un'innovativa integrazione di metodi quantitativi e qualitativi, la ricerca ha permesso di analizzare il flusso di storytelling digitale sui social network legato al concetto di “bellezza italiana” e di costruire un mapping semantico per visualizzarne le diverse percezioni da parte degli utenti.
Lorusso ha inoltre puntualizzato alcuni assunti metodologici seguiti nella realizzazione dello studio, ricordando che: «Il senso, e dunque i valori, si danno sempre per differenza e per opposizione: è importante per noi cogliere le evoluzioni dei sistemi di valori che strutturano queste differenze e queste opposizioni. E lo facciamo analizzando le storie, le costruzioni narrative attraverso le quali questi valori sono messi in moto, individuando ruoli, figure e passioni». «In questo senso – ha continuato Lorusso – lo storytelling non è una trovata moderna, ma è il modo stesso in cui l’uomo organizza e coglie i valori».