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Nuovi linguaggi per nuovi canali: le sfide della PA alla prova dei social

Informare, dialogare, ascoltare, raccontarsi: nell'era della partecipazione e della conversazione, le pubbliche amministrazioni hanno tutti gli strumenti e le opportunità per stabilire una relazione diretta con i cittadini. Come? L'evento #pasocial ci aiuta a fare chiarezza

La diffusione dei social network ha profondamente cambiato il rapporto tra i cittadini e la PA. Anche per le istituzioni, dunque, è diventato fondamentale poter contare su una figura specializzata come il social media manager. A questo tema l'Agenzia per il Digitale, in collaborazione con Italiasicura e il Dipartimento di Protezione civile nazionale, ha dedicato “Gli Stati generali della comunicazione pubblica”, una giornata formativa ospitata a Roma, dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, il 17 novembre.

Un evento ricco di contributi e testimonianze - dalla Camera dei Deputati e Palazzo Chigi a Regioni e Comuni, passando per Istat e Protezione Civile  (qui i materiali della giornata) - utile a capire in che modo i social possano favorire lo sviluppo di una nuova comunicazione pubblica, orientata alla condivisione di servizi e informazioni. Basti pensare, ad esempio, al ruolo dei social nella gestione delle emergenze e alla possibilità per le amministrazioni di comunicare in tempo reale, scambiare informazioni e registrare segnalazioni, raggiungere tempestivamente chi ha bisogno di aiuto.

Non esiste, al giorno d'oggi, un mezzo più pervasivo di Internet: gli italiani che vi accedono costantemente sono il 73% della popolazione. Per parafrasare uno degli assunti che ha caratterizzato l'incontro, comunicare in rete ormai non é parlare con un pezzo del Paese, ma con tutti. Le PA per la prima volta hanno l'opportunità di interagire con quanti subiranno le conseguenza delle loro decisioni. Decidere di coinvolgerli con la partecipazione alle conversazioni che avvengono su Facebook, Twitter o Google, significa voler instaurare un dialogo più trasparente, con una comunità partecipe, informata e responsabile.

Del resto, come ha ricordato Diego Ciulli, Public Policy Manager per Google Italia, «questi strumenti sono abbondanti, gratuiti e facili da utilizzare: non ci sono scuse per le pubbliche amministrazioni in ritardo sul fronte della comunicazione social».

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