Un tempo, l’Italia è stata la capitale Europea del design.
Narrare una storia vuol dire riconoscerne innanzitutto l'importanza e quindi condividerla, affidandola a mezzi di comunicazione facilmente accessibili ai più. L’obiettivo è diffondere lo spirito che porta dentro, fatto di parole ma soprattutto di emozioni. La vera sfida, però, sta nel riuscire a farlo, collaborando e innovando: un metodo che insegnano alla Newhouse Center for Global Engagement, dove si scandaglia l'ecosistema - come loro stessi lo definiscono - della comunicazione globale, focalizzando di volta in volta l'attenzione e l'azione su un tema specifico, realizzando progetti multimediali.
Ecco quindi, ad esempio, l'analisi del panorama dei media in Liberia o la campagna dedicata ad incoraggiare le adolescenti del Qatar – e le loro famiglie – a praticare sport, puntando ai suoi benefici fisici, mentali e culturali. E ancora la ricerca di storie con punti di contatto da un capo all'altro del mondo, fra Grahamstown, Sud Africa e Syracuse, New York (dove peraltro la scuola ha la sua sede).
Un giornalismo nuovo, contemporaneo, nel quale bisogna sapersi muovere bene. «È molto difficile oggi preparare uno studente per farlo diventare giornalista – ha spiegato Ken Harper, direttore del Centro, durante l'ultima edizione del Festival Internazionale del Giornalismo a Perugia –. Le piattaforme di contenuti si sono evolute, le specializzazioni sono tante e c'è molta tecnologia».
Nell’affollamento informativo in cui viviamo, a fare la differenza è la capacità di cogliere una storia, di riuscire ad avere qualcosa da raccontare: «L'obiettivo – per dirla con le parole di Ken Harper – è attirare l'attenzione delle persone intorno al mondo, che la storia sia scritta, su supporto video o audio. Il punto è riuscire a far condividere una storia alle persone e ad altre persone ancora, farle piangere o arrabbiare: se ci riusciamo, vuol dire che abbiamo avuto successo».
Non solo: la “ricetta narrativa” di Ken Harper implica anche fiuto e coraggio. Come illustra la voce narrante del video dedicato alla Liberia: «Avendo la forza di porre una domanda, allora avrai la tua storia».