Un tempo, l’Italia è stata la capitale Europea del design.
La norvegese Statoil al vertice, con un punteggio di 8.3. Performance non ottimali, invece, per istituti bancari e assicurativi. Buono invece il posizionamento delle due sole aziende italiane presenti: ENI ed ENEL, rispettivamente al 20° e 33° posto. È una parte del quadro che emerge dalla nuova ricerca condotta da Transparency International sul livello di trasparenza e di impegno anticorruzione nelle maggiori multinazionali quotate in borsa.
105 il numero complessivo delle aziende prese in esame dal “Transparency in Corporate Reporting: Assessing the World’s Largest Companies”, valutate con un punteggio da 1 a 10 (dove 10 è il livello più alto di trasparenza) attraverso una combinazione di tre indicatori: l’accessibilità al pubblico delle informazioni relative ai propri sistemi anti-corruzione, la trasparenza delle strutture interne di governance e la quantità delle informazioni finanziarie disponibili per ogni paese in cui operano.
Nel complesso, rispetto al precedente report pubblicato da Transparency nel 2008, le imprese mostrano alcuni miglioramenti, soprattutto per quanto riguarda la pubblicazione dei programmi anticorruzione. Occorre invece fare ulteriori passi in avanti rispetto al livello di trasparenza verso i cittadini e i loro stakeholders.
«Le multinazionali possono e devono svolgere un ruolo significativo nella lotta globale contro la corruzione – ha dichiarato Huguette Labelle, presidente di Transparency International –. Mentre il mondo si sta lentamente riprendendo dalla profonda sofferenza economica del 2008, i leader di un sempre più ampio numero di aziende devono impegnarsi in questa direzione».