Un tempo, l’Italia è stata la capitale Europea del design.
Sensibilizzare i cittadini verso la raccolta differenziata in un contesto particolarmente critico, quale quello del Comune di Napoli, rappresenta una mission comunicativa delicata, che va necessariamente affrontata con la dovuta attenzione. Questo il motivo che ha spinto Pomilio Blumm ad inserire nel progetto generale di comunicazione un’indagine preliminare e propedeutica alle iniziative di coinvolgimento e animazione del territorio.* Ebbene, i dati relativi all’andamento della raccolta differenziata dell’ultimo lustro mostrano come ci sia stato un sensibile aumento nella produzione di rifiuti differenziati e un conseguente calo dei rifiuti indifferenziati, attestandosi nel primo quadrimestre del 2010 a una percentuale di rifiuti differenziati prodotti pari al 18,90%: ben 17,58 punti percentuali in più rispetto al 2000 e con un aumento di 0,29 punti rispetto al 2009. Nonostante questo dato, apparentemente confortante, le medie del Comune sono ben lontane da quanto avviene nelle altre municipalità della Regione, ma soprattutto lo scarto rispetto agli obiettivi fissati per legge sono notevolmente ampi e negativi. I risultati principali emersi dalla ricerca sul campo hanno delineato un quadro della situazione abbastanza chiaro. Se da un lato è opinione condivisa l’utilità del sistema porta a porta in una fase iniziale educativa della popolazione, dall’altro si rintraccia la necessità di realizzare impianti di compostaggio sul territorio campano, per sgravare i costi legati a tale modalità di raccolta. «Il sistema porta a porta si scontra con altre dinamiche – dichiara un intervistato –. O la persona riesce ad adattarsi alle logiche, quindi ad essere perfetta nella suddivisione e nella programmazione della raccolta in casa, nel rispetto degli orari, oppure il cittadino tende a far migrare il rifiuto e il fenomeno di migrazione del rifiuto è mostruoso all’interno della città e dai comuni limitrofi verso Napoli». La maggioranza degli intervistati ritiene che i cittadini abbiano bisogno di essere incentivati ad effettuare la raccolta differenziata. Napoli ha “le tariffe più alte in Italia per la tassa dei rifiuti”: si potrebbero quindi adottare delle misure che diano la possibilità a coloro che effettuano la raccolta differenziata di ottenere dei benefici economici importanti, come sconti e bonus di qualsivoglia natura. Bisogna ottenere un cospicuo e attivo coinvolgimento di esercizi commerciali e uffici nella raccolta differenziata, soprattutto su materiale come plastica, carta, vetro. Alcuni intervistati, poi, sono convinti che si debba disincentivare, attraverso l’applicazione di pesanti sanzioni, la produzione di un packaging voluminoso. Provvedimenti e sanzioni rappresentano per altri un percorso da intraprendere per far rispettare almeno gli orari stabiliti in cui disfarsi della spazzatura. L’indagine ha restituito i contorni di una fotografia ancora dai toni sbiaditi, dove la necessità di informazioni sulla tipologia di materiali e sulle modalità di smaltimento si affianca al recupero di credibilità da parte del servizio pubblico Il problema prioritario, infatti, sembra essere la diffusa diffidenza nei confronti dei gestori del servizio pubblico che, sommata alla scarsa o poco nota distribuzione di contenitori per la raccolta nelle vie della città, spinge i cittadini a disattendere il loro impegno. Il 64% circa dei rispondenti mostra, però, un atteggiamento positivo nei confronti della raccolta differenziata e delle potenzialità del sistema per la risoluzione di alcune problematiche che affliggono la città. In un panorama segnato dalle ripetute “emergenze rifiuti”, che hanno scritto pagine sconfortanti nella storia italiana degli ultimi anni, la popolazione sembra più socialmente coinvolta al problema: è disposta a spendere anche maggior tempo per la raccolta differenziata, a patto che le istituzioni offrano un servizio efficiente ed efficace. * È stato progettato un disegno di ricerca articolato in tre fasi, ciascuna caratterizzata da obiettivi cognitivi specifici, tecniche di rilevazione delle informazioni, costruzione degli strumenti opportuni e piani di analisi dei dati idonei. Dovendo agire sul cambiamento dei comportamenti delle persone, e quindi sull’universo valoriale di ciascuno, è stata utilizzata una metodologia di approccio tipicamente quali-quantitativo.