Un tempo, l’Italia è stata la capitale Europea del design.
A poche settimane dalla chiusura di Expo, arrivano i primi bilanci. Se parlare di presenze e numeri appare tuttavia prematuro, risulta invece utile tracciare resoconti qualitativi, più che quantitativi, sulla manifestazione e soprattutto sui punti di forza che ne hanno caratterizzato i linguaggi. E proprio una valutazione globale sull’ “effetto Expo” è quella che dà Roberto Napoletano, direttore del Sole 24 Ore, intervistato in occasione del Premio Euromediterraneo 2015.
Oltre ad aver dato nuova linfa all’economia locale e nazionale, l’Expo – nelle parole di Napoletano «ha aiutato Milano e l’Italia a riflettere su alcuni tratti costitutivi del nostro Paese, che non è solo food o moda: l’agroalimentare, infatti, unisce agricoltura e industria, ed è un settore in cui abbiamo primato e riconoscibilità unica».
E, non a caso, questa cruciale riflessione sull’identità italiana nasce grazie ad azioni di comunicazione. È infatti la comunicazione, secondo Napoletano, a svolgere un ruolo chiave nella percezione e nella consapevolezza che abbiamo di noi stessi e di quanto accade nel mondo: «Penso che la comunicazione istituzionale – afferma Napoletano – sia molto importante: più aumenta la sua capacità di informare in modo rigoroso, tecnico e professionale, più cresce la coscienza del presente, e questo (con particolare riferimento all’area del Mediterraneo) è un fenomeno decisivo in un momento complicato come quello attuale».