Un tempo, l’Italia è stata la capitale Europea del design.
«Cosa vuol dire essere europei? La risposta non è facile. Ma nel momento in cui la troveremo, sarà nella nostra memoria condivisa, nella nostra cultura collettiva»: così Stephen Clark, direttore delle Relazioni con i cittadini del Parlamento Europeo, descrive l’idea e le convinzioni che hanno ispirato l’iniziativa della Casa della storia europea, l’ultima di una lunga serie di azioni di valorizzazione e comunicazione dell’heritage intraprese dalle Istituzioni europee.
Intervenuto all’ICS Europe di Pomilio Blumm, dedicato proprio al tema dell’heritage communication, Clark ha sottolineato l’importanza del nostro patrimonio culturale per generare identità e coesione sociale: «Durante gli Heritage days of Brussels la curiosità delle persone è stata enorme. Allo stesso modo, grande interesse generano le tante opere custodite negli edifici del Parlamento europeo, che hanno la capacità di parlare ai cittadini con il linguaggio universale e condiviso dell’arte».
Patrimonio, memoria, identità e cultura – ricorda Clark – in passato hanno anche nutrito nazionalismi e portato guerre. Oggi, quello che ha separato può invece unire, creare coesione e identità per il futuro. «Obiettivo del progetto della Casa della storia europea – prosegue – è mostrare la nostra storia come una storia europea, non un amalgama di storie nazionali; offrire una visione multi-prospettica del nostro passato; mostrare cosa siamo oggi insieme, non cosa siamo presi singolarmente. Vogliamo anche stimolare una riflessione sul nostro futuro: come siamo arrivati fin qui? Cosa accadrà dopo? Dove ci porterà questa storia che ci lega?».