Un tempo, l’Italia è stata la capitale Europea del design.
Gli incalzanti rincari di costi energetici e materie prime fibrose continuano a esercitare forti pressioni sui margini, come rilevato nell'ambito dell'assemblea pubblica di Assocarta nella sessione tematica "Energia per il Futuro", che si è svolta lo scorso 15 giugno. Per quanto riguarda la carta da macero in particolare la "folle corsa" non è (solo) quella dei prezzi, ma anche quella delle rotte che seguono i diversi flussi sul globo terrestre che lambiscono e attraversano continenti e stati che aspirano a un maggiore sviluppo (e che, quindi, anche loro avranno sempre più bisogno di materie prime), ma che hanno tutti però una destinazione prevalente al momento: l'Asia. L'impatto della "corsa" riguarda i sistemi di raccolta di queste particolari materie prime raccolte nell'Occidente, ma anche nelle metropoli del terzo mondo contemporaneo, come quelle del Mediterraneo e dell'Africa. Una problematica niente affatto secondaria, intorno alla quale si intrecciano questioni di tipo economico, produttivo e cultuale. Basti pensare che ad esempio nel Cairo degli anni '80 la raccolta e la selezione dei rifiuti era affidata alla comunità copta dei zabbalin che per lungo tempo hanno assicurato un adeguato sistema di riciclo dei rifiuti, con tassi di recupero fino al 90% (in Occidente i sistemi migliori arrivano al 70%). Ogni zappalin costava un solo dollaro al giorno (più malattie, analfabetismo e segregazione), mentre il sistema odierno de Il Cairo costa 50 milioni di dollari l'anno. La "folle corsa" delle materie prime è testimoniata anche dai prezzi della cellulosa a fibra lunga pari a 1.010$/ton, mentre il macero, che rappresenta il 58% dei consumi del settore in Italia, ha oscillato tra le 90 e le 120€/ton per le qualità provenienti dalle raccolte urbane. Ciò anche a causa della forte domanda asiatica in particolare della Cina. In Europa un sistema di regolamentazione ambientale in materia di rifiuti impone la raccolta della carta, in parte come conseguenza dei beni importati (e imballati) dall'Asia che, dopo l'uso vengono raccolti, ri-condizionati e (sempre più spesso) rimandati in Asia, dove diventano nuovi beni o imballaggi da produrre e riesportare. Insomma una specie di "pendolo", che potrebbe trovare un temperamento utilizzando un principio di prossimità che coniughi tutela dell'ambiente e sviluppo. Le chiamano normative sui rifiuti, ma la carta da macero proveniente dalla raccolte differenziata è una vera e propria materia prima per l'industria cartaria, dovunque sia localizzata.