Un tempo, l’Italia è stata la capitale Europea del design.
La corruzione non ha bisogno di presentazioni. Benché non esistano dati precisi in proposito, gli scandali e le condanne degli ultimi anni dimostrano che il fenomeno pervade tutti i settori economici, a livello globale, soprattutto dove gli investimenti di risorse pubbliche sono maggiori.
Per questo motivo è nato Unhealthy Health System (Sanità Malata), progetto di ricerca e advocacy sull’integrità del sistema sanitario, che prevede di approfondire le dinamiche dei fenomeni di corruzione e malasanità e di sviluppare e disseminare buone pratiche per migliorare l’integrità e l’efficienza del settore. I primi risultati dell'analisi saranno presentati da Transparency International Italia e dal Centro di Ricerche RiSSC giovedì 19 settembre alle 16 presso la Fondazione Stelline di Milano.
La Commissione Europea ha individuato tre macro problemi associati alla corruzione: in alcuni Paesi UE esistono alti livelli di corruzione che creano danni notevoli (significant harm); non esiste un approccio comune per adottare strumenti anticorruzione all'interno dell'UE; i cittadini europei hanno una scarsa fiducia nella capacità delle Istituzioni pubbliche di garantire il funzionamento corretto del mercato, a causa della corruzione.
Secondo il BPI 2011 (il Bribe Payers Index di Transparency International, che ha misurato la probabilità che le aziende operanti all'interno delle 28 maggiori economie mondiali hanno di incrementare il proprio business all'estero pagando tangenti), i settori più vulnerabili alla corruzione sono quelli degli appalti pubblici e delle costruzioni, seguiti dalle utilities, dall'edilizia, dal settore minerario e dalla produzione di energia.
Il settore sanitario si colloca al settimo posto, ma è probabilmente il più problematico perché coinvolge la salute e le condizioni di vita di persone deboli. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, “molti, se non tutti [i Paesi], non riescono a sfruttare completamente le risorse disponibili, a causa della cattiva esecuzione degli appalti/acquisti, dell'uso irrazionale dei medicinali, della cattiva gestione o allocazione delle risorse tecniche e umane, o a causa di una gestione amministrativa e finanziaria frammentaria”. L'EHFCN (European Healthcare Fraud & Corruption Network) e l'Università di Portsmouth hanno rilevato tassi di corruzione e frode in sanità tra il 3 e il 10%, con una media del 7%, in tutti gli Stati europei, nessuno escluso. La Commissione Europea stima la corruzione media UE all'1% del PIL europeo, circa 120 miliardi di euro all'anno, ma conferma che non esistono, in Europa, aree libere dalla corruzione.
In Italia, rileva la Corte dei Conti, il settore sanitario "continua a presentare fenomeni di inappropriatezza organizzativa e gestionale", e sussistono "frequenti episodi di corruzione a danno della collettività". Ancora, nel settore sanitario “si intrecciano con sorprendente facilità veri e propri episodi di malaffare con aspetti di cattiva gestione, talvolta favoriti dalla carenza dei sistemi di controllo”. Numerose indagini hanno accertato la diffusione di corruzione e frode ad ogni livello del sistema sanitario attraverso schemi criminali di diversa complessità e sofisticazione, e affermano: "Opacità, inefficienze e illegalità sono pervasive di tutti i sistemi di tutela della salute, compreso il Servizio Sanitario Nazionale, pur con notevoli divari fra le diverse realtà territoriali e settoriali".