Un tempo, l’Italia è stata la capitale Europea del design.
Come persone, come utenti della rete e come cittadini, siamo sempre più immersi in un flusso informativo digitale che dà forma alla nostra realtà. In questa "nuvola" di contenuti, la qualità, la correttezza e la trasparenza di ciò che viene comunicato giocano un ruolo chiave nel definire, oltre al mondo circostante, anche noi stessi: le nostre identità, i nostri valori e le nostre prospettive condivise.
Esplorare questo scenario, a partire dalla crescente importanza dei contenuti per una cittadinanza sempre più transnazionale ed europea, è l'obiettivo dell'International Communication Summit di Roma, l'appuntamento con i guru della comunicazione mondiale giunto ormai alla sua IV edizione.
L'ambizione del Summit, che si terrà il 24 ottobre a Roma presso la Sala Pininfarina di Confindustria, è offrire uno sguardo ampio sulla comunicazione e sui mille volti della “rivoluzione digitale” che passa attraverso i contenuti: un mosaico di riflessioni e punti di vista che partirà dalla pionieristica visione di Harper Reed - il più autorevole web strategist della scena mondiale che ha contribuito alla rielezione di Obama - passando per il pensiero sulla libertà e sull'identità culturale di Jung Chang – autrice del libro più letto al mondo sulla Cina - fino ad arrivare alla visione di Monsignor Paul Tighe, responsabile della comunicazione ecclesiastica sui social network, che ha gestito l'apertura del profilo Twitter del Papa.
A promuovere il Summit, l'Università Sapienza di Roma, Confindustria Assafrica e Mediterraneo e il laboratorio Blumm Academy. Supporter del progetto sono Transparency International, l'Osservatorio Media Research di Pavia e l'Associazione Italiana della Comunicazione Pubblica e Istituzionale.