Un tempo, l’Italia è stata la capitale Europea del design.
Stephen Clark è il responsabile delle Relazioni con i cittadini del Parlamento europeo, già direttore della web communication dell'assemblea legislativa dell'UE. Intervistato ai nostri microfoni, riflette sull'evoluzione del rapporto tra cittadini e istituzioni comunitarie, uno dei temi principali del prossimo International Communication Summit, il primo in edizione europea, a cui Clark parteciperà in qualità di speaker.
Grazie agli strumenti attivati per dialogare e, se possibile, far interagire tra loro i cittadini UE di diverse nazionalità, il Parlamento Europeo sta contribuendo alla creazione di un vero e proprio linguaggio, nuovo e transnazionale. Quali sono ad oggi i contorni e i caratteri principali di questo fenomeno?
I nostri canali privilegiati per dialogare con i cittadini sono i social network. La nostra pagina Facebook, ad esempio, è cresciuta in modo costante negli anni: abbiamo raggiunto centinaia di migliaia di fan e ci auguriamo di superare a breve il milione. La pagina per ora è gestita solo in inglese ma questa è la lingua che agevola maggiormente l'interazione reciproca. Ai numeri corrisponde poi una partecipazione effettiva: persone da ogni parte d'Europa entrano in contatto, parlano, si confrontano, e per noi questo è estremamente importante.
Le piattaforme online hanno quindi un ruolo imprescindibile nella gestione delle relazioni con il pubblico?
Decisamente sì. E non si limitano a Facebook: questo social network è solo una parte di un quadro sempre più ampio e in continua evoluzione. Sfruttiamo anche altre reti di condivisione come Flickr, Instagram, Foursquare ed altre: sono tutte piattaforme complementari che ci permettono di assemblare una comunità intorno al parlamento Europeo, una comunità sia professionale sia, soprattutto, di cittadini.
Possiamo dire che, in un certo senso, è sui social network che sta nascendo il cittadino europeo?