Un tempo, l’Italia è stata la capitale Europea del design.
«Quello che volevo fare con questo film era non tanto mostrare alle nuove generazioni, settant’anni dopo, le atrocità dell’olocausto, perché credo che tutti ormai ne siamo ben consapevoli, quanto piuttosto la confusione etica che regnava nella società dopo la guerra, al punto che gli interessi politici prevalsero sulla necessità morale di rendere noto a tutti quello che era accaduto».
André Singer, antropologo e film-maker pluripremiato, ospite lo scorso 8 marzo dell’Oscar Pomilio Forum (in video, un estratto del suo intervento), ha raccontato in una densa intervista le ragioni che lo hanno spinto a dirigere il documentario Night Will Fall, trasmesso in tutta Europa durante l’ultima giornata della memoria e dedicato a un episodio poco noto della storia recente.
La pellicola infatti ricostruisce le vicende che nel 1946 portarono il governo britannico a sostenere, prima, e mettere da parte, poi, la produzione di un documentario sull’orrore nazista, usando le numerose riprese fatte dai propri soldati durante la liberazione dei campi di concentramento. Immagini terribili, che sconvolsero profondamente anche Alfred Hitchcock, coinvolto nel progetto, e che oggi vengono riportate a conoscenza del grande pubblico, insieme ad alcune toccanti interviste ai protagonisti dell’epoca.
«Quando ci si confronta con questo tipo di trauma, la tentazione di fermarsi è forte – ha spiegato Singer. – Ma se vogliamo insegnare ai giovani il valore della memoria, diventa importante fare vedere come sentimenti e ricordi repressi così a lungo sono ancora forti come allora, che sono esperienze che non si possono dimenticare, perché restano con te per sempre».