«Ci definiamo Europei perché mangiamo insieme, cantiamo insieme, dormiamo insieme, raccontiamo storie insieme e a volte combattiamo insieme: non semplicemente perché votiamo insieme». Michael Dobbs non ha dubbi su quale sia il vero fattore identitario per i cittadini d’Europa: la cultura.

E proprio di cultura l’autore di House of Cards ha parlato ad ICS Roma 2014, sottolineando con un ironico aneddoto (vedi video) quanto le differenze tra i vari popoli possano unire ed arricchire il Vecchio Continente e citando anche il trattato di Roma del 1957, in cui «il concetto di Europa unita prende forma per la prima volta, parlando non di Istituzioni ma di unione tra popoli».

«Sotto questo aspetto – ha aggiunto – la nostra cultura europea è espressa meglio da Messi e Montalbano che dalla Commissione Europea. L'Europa resta la la storia migliore che sia mai stata raccontata. Quindi continuiamo a raccontarla, senza preoccuparci troppo della punteggiatura istituzionale».

Con pungente ironia, l’autore di House of Cards ha parlato anche di politica, definendola «la seconda professione più antica del mondo, che ha preso molte delle proprie regole dalla prima». E sull’attuale premier italiano, ha aggiunto: «Ho ricordato a Matteo Renzi che il mio libro è un’opera di intrattenimento, non un manuale di istruzioni».

House of Cards è stato inoltre citato dal suo autore anche come esempio di successo legato al potere della cultura, che – nelle parole di Dobbs – «rende possibili cose inimmaginabili».