Un tempo, l’Italia è stata la capitale Europea del design.
“Qualunque cosa succeda, comunque, tu sai che cosa devi fare e sono certo saprai fare benissimo. [... ] I ragazzi [...] abbiano coscienza dei loro doveri verso se stessi, verso la famiglia nel senso trascendente che io ho, verso il paese, si chiami Italia o si chiami Europa”. Così scriveva l’avvocato Giorgio Ambrosoli alla moglie, pochi mesi prima di essere assassinato.
L’esempio professionale e umano di Ambrosoli e il suo impegno nella ricerca della verità hanno ispirato il Premio omonimo, promosso da Transparency International Italia e dalla famiglia Ambrosoli con il patrocinio del Comune di Milano e della Camera di Commercio di Milano, il sostegno di Confcommercio, l’adesione della Fondazione Rete Imprese Italia e del Piccolo Teatro di Milano, dove lunedì 30 giugno si è svolta la consegna dei riconoscimenti.
Il Premio, giunto alla sua terza edizione, prevede infatti l’assegnazione di riconoscimenti a persone o gruppi (cittadini, imprese, PA) che si siano distinte per il proprio impegno contro l’illegalità, seguendo i valori di responsabilità, integrità e professionalità. Tra i premiati dell’edizione 2013 figura, ad esempio, anche Maria Carla Lanzetta, allora sindaco di Monasterace e oggi Ministro per gli Affari Regionali del Governo Renzi.
Quest’anno, il Premio Giorgio Ambrosoli è andato a Michele Liguori, vigile ambientale di Acerra, che ha denunciato per anni la situazione nella Terra dei fuochi. Una lotta la sua durata fino allo scorso gennaio, quando è venuto a mancare per i tumori causati dai veleni respirati. Menzione Speciale per Michele De Luca, scienziato dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia; Simone Farina, calciatore; Silvio Garattini, scienziato dell’Istituto Mario Negri Milano; Ambrogio Mauri, imprenditore di Desio; Fabio Pisacane, calciatore; Claudio Risicato, imprenditore di Catania.